Chi ha inventato la pizza? La vera storia

Chi ha inventato la pizza? La vera storia

Acqua, farina, lievito, olio e un po' di sale. Questi sono i pochi ingredienti base che servono per preparare un piatto nato in Italia in tempi antichi, che ha conquistato tutto il mondo con la sua bontà. Qual è questo piatto? Ma la pizza, ovviamente!

Famosa e apprezzata a livello mondiale, tanto da essere considerata Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco, la pizza è davvero uno dei simboli più importanti del nostro Paese. Profondamente radicato nella nostra cultura, questo simbolo della buona cucina nostrana, affonda le sue radici in un passato molto lontano.

Pensate che una versione più semplice e rudimentale di questo piatto si preparava già nella preistoria. Dalla scoperta del fuoco al forno a legna il passo è stato breve, e proprio da questo antichissimo alimento, piano piano è nato un pane dalla forma appiattita, assimilabile alla focaccia o alla pizza. Le coltivazioni di cereali, e in particolare di grano, trasformate in farina sono state le prime basi per creare un impasto senza alcuna lievitazione da cuocere su delle pietre.

Un tipo di pizza molto semplice, senza pomodoro e formaggio, era già conosciuto e apprezzato anche ai tempi degli antichi Greci. Si trattava di un disco di pasta piatto non uniforme sul quale venivano disposti altri cibi, che poteva anche essere consumato alla fine del pasto. Era tra gli alimenti più noti e diffusi in Grecia, anche se la parola pizza, stando alle testimonianze degli antichi, ha iniziato ad essere adoperata soltanto molto tempo dopo. Si narra che persino Dario il Grande, re dei Persiani, amasse un tipo di pane farcito di datteri e formaggio che molto ricorda una focaccia schiacciata.

Poi, con il tempo e l'arrivo in Italia del pomodoro, la sua ricetta si è arricchita fino a diventare quell'irresistibile meraviglia di sapori che tutti conosciamo. Da allora, l'invenzione di questo piatto rappresenta un motivo di vanto per il nostro Paese, e la sua diffusione in ogni angolo del globo ha dato vita ad un fenomeno di portata tale da suscitare non poche invidie negli altri paesi.

Che si tratti di pizze d'asporto o di pizze surgelate, questo piatto viene consumato in ogni occasione: nelle pizzerie, al ristorante, o più semplicemente in casa, magari in compagnia di amici e familiari.

Insomma, ben nota in ogni dove, dall'Egitto all'Impero Romano, e in varie epoche dal Rinascimento all'Unità d'Italia, la pizza è un piatto dalla storia ricca e interessante, che si è accresciuta di aneddoti e sapori con l'andare dei secoli. Siete curiosi di conoscerla e imparare come è nato questo simbolo culinario e culturale? Allora iniziate a leggere!

Chi ha inventato la pizza

Chi ha inventato la pizza e quando

La storia della pizza è molto, molto lunga, perciò non è così semplice risalire al suo inventore. Anzi, probabilmente sarebbe più corretto parlare di inventori, perché sono tante le persone che hanno contribuito alla sua nascita e alla sua evoluzione.

Si tratta, infatti, di un prodotto che veniva realizzato un po' in tutto il bacino del Mediterraneo, con qualche variazione a seconda del luogo, e del periodo storico.

Non solo nella Preistoria, e più precisamente nel Neolitico, quando si diffusero l'uso della pietra levigata e la pratica dell'allevamento, ma anche al tempo degli Egizi e dei Greci, si usava preparare dei dischi di pasta che venivano cotti al forno, sebbene allora non si facesse ancora uso di lievito.

Anche se veniva preparata un po' ovunque, tuttavia, l'evoluzione di questo prodotto da forno avviene principalmente in Italia, ed è per questo che è considerata un simbolo del nostro Paese. Chi non conosce la pizza condita con pomodoro, mozzarella e basilico? Benché sia avvenuta in Italia, la nascita della pizza nostrana ha superato tutti i confini, diventando un riferimento per quasi tutti i popoli, uniti almeno in cucina!

La prima ricetta della pizza come la conosciamo oggi è nata in Campania, ai piedi del Vesuvio, e più precisamente a Napoli.

Un trattato dedicato all'arte culinaria, stampato nel capoluogo campano nel 1858, descriveva, per la prima volta, con dovizia di particolari il modo in cui in quegli anni si preparava l'autentica pizza napoletana, oggi nota come pizza vera o verace. L'impasto veniva steso con le mani per dargli la conosciuta forma a disco, veniva condito con olio di oliva o strutto e poi si cuoceva nel forno a legna.

Nel tempo in cui la città era ancora la capitale del Regno delle Due Sicilie, Francesco De Bourcard in “Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti” arrivò a citare una sorta di rudimentale ricetta della pizza Margherita, preparata con mozzarella e basilico. Il pomodoro non era ancora una dei condimenti tipici, per la pizza; tanto che, nella descrizione degli ingredienti si legge la dicitura “quel che vi viene in testa”, per indicare i condimenti della pizza.

Verso la fine dell’Ottocento, la pizza col pomodoro e mozzarella attraversa l'oceano e arriva in America, grazie agli italiani emigrati a New York. Tuttavia, sarà solo negli anni sessanta del '900 che avverrà un grande aumento della popolarità di questo cibo prelibato, che diventerà davvero famoso in tutto il mondo. Oggi troviamo le ricette della pizza nelle sue versioni più stravaganti, come quella propriamente americana della pizza all'ananas, e la pizza surgelata che ormai si trova con facilità in tutti i banchi frigo dei supermercati che può diventare ancor più gustosa con salsa di pomodoro extra.

Ma da dove nasce il termine "pizza"? Anche se tutti gli storici sono concordi nell'affermare che la vera pizza è nata a Napoli, grazie al ritrovamento di alcuni documenti scritti in latino nel 990 a.C., si è scoperto che il termine "pizza" è nato a Gaeta.

come veniva preparata

Come veniva preparata inizialmente la pizza?

L'origine della pizza può essere fatta risalire a molto prima del XIX Secolo, in un periodo storico compreso fra il ‘500 e il ‘600, sempre nel Regno di Napoli.

Il prodotto di cui parliamo, nato prima dell'arrivo del pomodoro in Italia, è la cosiddetta pizza Mastunicola, il cui nome, che significa "maestro Nicola", rappresenta il primo esempio dell'abitudine di dare un nome ad un piatto per distinguerlo da altre varianti.

Nel Settecento, visto che era facile da preparare, saporita ed economica, questa pizza riscosse così tanto successo che tutti i forni della città iniziarono a produrne grandi quantità. Fu così che, per effetto di questo record di vendite, nacquero le prime pizzerie da strada, veri e propri luoghi d'incontro, nei quali era possibile acquistare questa bontà per poi consumarla sul posto, oppure passeggiando.

Una pizza che, a guardarla bene, ha uno spessore e un aspetto che la fanno assomigliare a una focaccia salata, e ricorda un po' la proposta del menu di una pizzeria gourmet. Ci vorrà ancora qualche secolo per arrivare ad avere in tavola le pizze sottili che noi tutti conosciamo.

Per prepararla servono: 1 litro di acqua; 1,7 chilogrammi di farina; 25 grammi di lievito di birra; 50 grammi di sale doppio; strutto q.b.; basilico q.b.; pepe q.b.; formaggio q.b.

Per realizzare l'antica ricetta della pizza Mastunicola dovete, per prima cosa, mescolare insieme la farina e il lievito disciolto nell'acqua, poi aggiungete anche il resto dell'acqua intiepidita e il sale. Quando avrete ottenuto un impasto liscio e compatto, dividetelo in palline da circa 250 g l'uno e lasciatelo lievitare per circa 4/6 ore.

Trascorso questo tempo, stendete l'impasto con le mani, dandogli la forma di un disco, poi conditelo con il formaggio grattugiato, un po' di strutto e qualche foglia di basilico. Adesso potete procedere alla cottura della vostra pizza Mastunicola.

Un’altra preparazione che si diffuse nel Regno di Napoli, sempre in quest'epoca, fu la pizza alla cecinelli. Questa pizza era condita con i bianchetti (in dialetto cecinelli), che sono dei pesci molto piccoli. Un'antenata della famosa pizza con i frutti di mare.

tipo di pizza più antico

Qual è il tipo di pizza più antico?

Se torniamo ancora più indietro nel tempo, il percorso a tappe nella storia della pizza ci porta nell’antica Roma.

Qui, i contadini romani, dopo aver imparato a coltivare i diversi tipi di farro conosciuti all'epoca, creando quell'ingrediente che oggigiorno conosciamo come farina, iniziarono a macinare i chicchi di frumento e a mescolare ciò che ne risultava con acqua, erbe aromatiche e sale. Il lievito non veniva ancora utilizzato. L'impasto veniva poi steso e la focaccia ottenuta, che aveva una forma più allungata che tonda, veniva messa a cuocere sul focolare, al calore della cenere.

Si trattava di una versione rudimentale della pinsa, specialità che a Roma si può gustare ancora oggi, e che si può definire, a tutti gli effetti, l'antenata della pizza.

Antico è anche il calzone, un gustosissimo prodotto da forno dalla forma a mezzaluna. Cotto in forno e farcito con ricotta e salame, oppure prosciutto cotto, e con il ripieno della pizza. Ancora più saporiti sono i calzoni fritti.

Anche se il calzone è conosciuto in tutto il mondo come una delle specialità più famose della cucina napoletana, insieme alla pizza e al Gateau di patate, le sue origini non sono napoletane. Sembra, infatti, che questo piatto tanto amato arrivi dalla Calabria.

Storia della pizza Margherita

Storia della pizza Margherita

Dopo che i pizzaioli napoletani avevano ormai appreso l'arte di cucinare nei loro forni questa prelibatezza, realizzando diverse tipologie molto apprezzate dalla popolazione, per il nostro piatto preferito giunse anche il momento di essere "ufficialmente approvato" dai regnanti dell'allora Regno d'Italia.

Ciò avvenne precisamente nel 1889, in occasione della visita a Napoli dei sovrani d’Italia: re Umberto I e la regina Margherita di Savoia. Si tratta di un capitolo davvero importante della storia della pizza, perché è quello che dà il via alla sua diffusione in Italia e nel mondo, sebbene sia necessario ancora più di mezzo secolo, perché la sua fama raggiunga l'apice e diventi l'alimento caposaldo della cucina italiana.

Ma torniamo a Napoli, nel 1889. Durante la loro visita alla città campana e alla Reggia di Capodimonte, i sovrani furono accolti dal cuoco Raffaele Esposito, il più bravo pizzaiolo dell’epoca, che realizzò per loro due pizze tipiche partenopee e una novità, ideata per l'occasione: la pizza alla Mastunicola (una pizza bianca preparata con strutto, formaggio e basilico), la pizza Marinara (fatta con pomodoro, aglio, olio, origano) e la pizza Napoli con pomodoro e mozzarella (pomodoro, olio, mozzarella, origano), realizzata proprio in onore della regina Margherita ed i cui colori richiamavano intenzionalmente la bandiera tricolore italiana. Il verde era dato dal basilico, le cui foglie guarnivano la superficie, il bianco spiccava al centro grazie alla mozzarella filante, mentre il rosso era quello dei pomodori adagiati sullo sfondo, il tutto per esaltare appunto i colori della bandiera italiana.

La sovrana apprezzò quest’ultima creazione talmente tanto che volle ringraziare ed elogiare il suo inventore per iscritto. Il modo che il pizzaiolo ritenne più appropriato per contraccambiare l'onore riservatogli dalla Sovrana fu quello di dare il nome della regina alla sua pizza tricolore, che divenne così la pizza più famosa di tutti i tempi: la pizza Margherita.

Una curiosità sulla pizza alla marinara, che forse pochi conoscono, riguarda proprio il suo nome. Anche se il termine “marinara” fa pensare ad una pizza a base di pesce, sembra che il suo nome alluda ai marinai del porto di Napoli. Si tramanda, infatti, che, per placare le proteste dei marinai che lamentavano che questo genere di pizza fosse poco saporito, alcuni pizzaioli abbiano deciso di arricchirla aggiungendovi un ingrediente economico ma dal sapore deciso: l'aglio sminuzzato!

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