Quante forme può avere una pizza?

Farina, acqua, sale, lievito… L’unione di questi semplici ingredienti dà vita alla base del prodotto gastronomico italiano per eccellenza. Avete già capito di cosa stiamo parlando? Ma certo, proprio della pizza, la grande passione di ogni italiano! Come accade spesso in gastronomia, le origini e la storia della pizza sono abbastanza incerte. Sebbene già nel mondo antico fossero diffusi lievitati e focacce, è solo al 997 che risalgono le prime attestazioni della parola “pizza” in latino volgare. Tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, nel Regno di Napoli si preparava una specie di pizza chiamata “Mastunicola”, condita con basilico, formaggio, strutto e pepe. Sempre nel Regno di Napoli, poi, cominciò a diffondersi la a pizza ai "cecinielli", parola dialettale che indica i bianchetti, dei piccoli pesci pescati nel Mar Mediterraneo.

Dobbiamo attendere però fino alla metà del Settecento, anche questa volta a Napoli, per vedere finalmente l’unione di pizza e pomodoro. Sebbene inizialmente il pomodoro venne accolto con diffidenza, ben presto l’unione di questi ingredienti arrivò a conquistare tutta Italia, Savoia compresi. È proprio alla Regina Margherita di Savoia, infatti, che nel 1889 il pizzaiolo Raffaele Esposito dedicò la celeberrima pizza margherita, i cui colori verde del basilico, bianco della mozzarella e rosso del pomodoro volevano proprio rappresentare la bandiera tricolore italiana. Contrariamente a quanto si pensi, però, la pizza margherita esisteva già prima della dedica alla Regina Margherita. Nel 1858, infatti, il letterato Francesco De Bourcard riporta, nell’opera Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti, la descrizione della pizza marinara, della pizza margherita e del calzone:

“Le pizze più ordinarie, dette coll'aglio e l'oglio, han per condimento l'olio, e sopra vi si sparge, oltre il sale, l'origano e spicchi d'aglio trinciati minutamente. Altre sono coperte di formaggio grattugiato e condite con lo strutto, e allora vi si pone disopra qualche foglia di basilico. Alle prime spesso si aggiunge del pesce minuto; alle seconde delle sottili fette di muzzarella. Talora si fa uso di prosciutto affettato, di pomidoro, di arselle, ec. Talora ripiegando la pasta su se stessa se ne forma quel che chiamasi calzone.”

Ancora oggi la pizza è uno dei piatti più amati non solo in Italia, ma anche in tutto il resto del mondo, tant’è che l’UNESCO, nel 2017, ha dichiarato patrimonio immateriale dell’umanità l’arte del pizzaiolo napoletano. Oltre alla tipica pizza napoletana di forma rotonda, però, esistono moltissime altre forme di questa specialità culinaria, ed è proprio di questo che vi vogliamo parlare in questa pagina. Volete scoprirle con noi, insieme a tante curiosità e ricette? Allora continuate a leggere!

Le forme della pizza più tipiche

Quando si parla di pizza, quella che probabilmente ci viene in mente istantaneamente è la pizza napoletana: tonda, dall’impasto soffice e dal cornicione alto, il suo profumo e sapore inconfondibili la rendono irresistibile a ogni palato. Nella versione più rigorosa ammette solo due varianti di condimenti: la pizza marinara (con pomodoro, origano, aglio e olio extravergine d’oliva) e la pizza Margherita (con pomodoro, mozzarella, basilico, mozzarella di bufala campana DOP o fior di latte e olio extravergine d’oliva).

Se quella napoletana è la pizza per antonomasia, al secondo posto troviamo la pizza romana. Detta anche scrocchiarella per via della sua friabilità e croccantezza, a differenza della pizza napoletana, quella romana è più bassa e quasi priva di cornicione. Probabilmente la più diffusa nelle pizzerie di tutte le parti del mondo, tra i gusti più “tipici” troviamo, oltre alla Margherita e alla marinara, la capricciosa (con pomodoro, mozzarella, olive, prosciutto cotto, funghi e carciofi) e la quattro stagioni, che ha gli stessi ingredienti della capricciosa, ma disposti in modo tale da ottenere quattro fette con quattro gusti differenti. Tra gli altri condimenti “tipici”, poi, troviamo sicuramente la pizza con le verdure (di solito peperoni, zucchine e melanzane, ma le proposte sono tante), quella con il salamino piccante, con prosciutto crudo e mozzarella di bufala, con patate e pancetta e molte altre!

Un’altra delle tipologie più diffuse è la pizza alla pala. Anch’essa di origini romane, il suo nome fa riferimento proprio alla pala in legno che viene utilizzata per inserirla nel forno a legna. Più alta, alveolata e croccante della tipica napoletana, questa tipologia di pizza si distingue anche per la sua alta idratazione (circa del 75-80%) e struttura allungata. La sua tipica forma rettangolare, lunga e stretta è, infatti, dovuta proprio alla pala su cui viene stesa e poi cotta. Tra i condimenti più tipici della pizza alla pala troviamo la pizza bianca (quindi senza pomodoro), che è anche lo street food romano più tipico. Un’altra variante della scuola romana è, poi, la pinsa: dalla consistenza soffice ma allo stesso tempo croccante, la sua forma ricorda quella della pizza alla pala, ma si distingue per la lunga lievitazione e l’utilizzo di poco lievito madre.

Nei menù di ogni pizzeria troveremo sicuramente sempre anche il calzone. Impastato allo stesso mondo della tipica pizza tonda, il calzone viene poi ripiegato su se stesso e sigillato ai bordi, assumendo così la forma di una mezzaluna ripiena. Anch’esso originario della cucina napoletana, può essere farcito in diversi modi, anche se il più tipico è forse quello a base di salame, ricotta, mozzarella, pomodoro e pecorino.

Tra le tipologie di pizze più conosciute e apprezzate non si può certo fare a meno di nominare la pizza fritta. Famosa come la variante “povera” della pizza napoletana, si diffuse a partire dal Secondo dopoguerra, quando la città rimase priva anche dei beni e degli alimenti più comuni e anche la pizza era diventata un lusso. L’impasto è lo stesso della pizza napoletana, che però in questo caso viene fritto nell’olio o nello strutto e ha una forma simile a quella del calzone, ma più piccola. Il gonfiarsi della pasta durante la frittura fa sì che si crei uno spazio vuoto al centro che può essere farcito a piacere. Il ripieno più tipico è quella con ricotta e ciccioli, ma le farciture possibili sono le più disparate.

Un'altra varietà di pizza che si sta diffondendo sempre di più soprattutto negli ultimi anni è la pizza gourmet. Spesso definita anche “pizza da degustazione”, è composta da un impasto di forma tonda, ma viene solitamente servita già tagliata a spicchi, ognuno dei quali viene condito in modo pensato per poter degustare un boccone perfetto. Ideale da dividere con gli altri commensali del tavolo, la pizza gourmet è sempre farcita con ingredienti pregiati e calibrati in modo ragionato e viene accompagnata da vini raffinati.

Le forme della pizza più particolari

Soprattutto a partire dagli ultimi anni, sia in Italia che all’estero hanno cominciato a diffondersi varianti molto particolari delle pizze più tipiche: oltre alla pizza rotonda, rettangolare, allungata, quadrata o a mezzaluna, le possibili forme che può assumere questo impasto sono moltissime! Qui di seguito vedremo quali sono le più particolari.

Inventata nel 2008 a Roma da uno chef italiano, una creazione particolare che negli ultimi anni è diventata un popolarissimo street food è il Trapizzino. Si tratta di una pizza di forma triangolare che assomiglia a una specie di tasca e che viene farcita con i più diversi ripieni tipici della cultura romana.

Un’altra forma particolare è quella della cosiddetta pizza a portafoglio, che non è altro che una pizza napoletana leggermente più piccola rispetto a quella ripiegata su se stessa. Un modo per coniugare la bontà e l’autenticità della pizza napoletana con l’esigenza di una forma che la renda uno street food da passeggio.

Esiste poi la pizza lecca lecca, una sfiziosa e simpatica variante delle solite pizzette. Un’idea carina per le feste di compleanno dei bambini*, o perché no, anche per un aperitivo o una cena tra adulti, la pizza lecca lecca è un modo creativo e unico per servire la pizza in modo diverso. Volete provare anche voi a realizzarla a casa? È semplicissimo! Una volta realizzato l’impasto della pizza, vi basterà dividerlo in piccoli cerchietti di circa 6 cm di diametro, condirli con pomodoro e mozzarella (a fantasia, potete aggiungere anche altri ingredienti) e farli cuocere in forno già caldo a 220° per circa 10-15 minuti. Una volta sfornati, infilzate i cerchietti con degli stecchi da spiedini e i vostri lecca lecca sono pronti!

Tra le idee divertenti e particolati, poi, troviamo il cono pizza, una variante che ricorda la forma di un gelato. Estremamente scenico e particolare, il cono pizza è ideale sia come street food da passeggio sia servito a un buffet o a un aperitivo. Altre forme non tipiche includono la pizza girandola, realizzata tagliando i lati di una pizza rotonda e ripiegandoli a fazzoletto, la pizza a forma di cuore, ideale per una serata romantica o la pizza bagel, dall’impasto croccante e dal gusto particolare.

Traferiamoci all’estero e vediamo una pizza famosissima negli Stati Uniti: la deep dish pizza. Piatto ormai tipico della città di Chicago, questa variante della pizza è forse più simile a una torta salata. L’impasto, infatti, è caratterizzato da bordi molti alti e burrosi e viene abbondantemente farcito con formaggio, salsiccia e pomodoro, per poi essere cotto in teglia.

Una pizza particolare: lo sfincione palermitano

Simbolo del cibo da strada palermitano, lo sfincione ha come ingredienti principali il pane pizza, che viene condito con salsa di pomodoro, origano, cipolla, acciughe e formaggio. Una ricetta perfetta per gli aperitivi o le occasioni speciali che stupirà tutti i vostri commensali. Vi è già venuta l’acquolina in bocca? Allora munitevi di grembiule e preparate con noi questo golosissimo piatto!

Ecco gli ingredienti e le quantità che vi serviranno per prepararlo: 500 g di farina 00, 5 g di lievito di birra secco, 5 g di malto, 400 ml di acqua, 90 g di olio extravergine d’oliva, 700 g di pomodori pelati, 1 cipolla, 100 g di Galbanino, 20 g di pangrattato, 70 g di pecorino grattugiato, 40 g di acciughe, 10 g di sale e q.b. di origano.

Iniziate unendo in una ciotola la farina setacciata, il lievito di birra secco e il malto. Mescolate gli ingredienti e poi, a poco a poco, aggiungete 350 ml di acqua (gli altri 50 ml serviranno per il condimento) continuando ad amalgamare. Unite anche 35 g di olio e 10 g di sale. Trasferite il composto su un piano da lavoro e impastate con le mani per almeno 10 minuti o comunque finché non avrete ottenuto un impasto liscio e omogeneo. Formate una palla, disponetela in una ciotola che coprirete con la pellicola trasparente e lasciatela lievitare per 3-4 ore in un luogo asciutto e lontano da correnti d’aria. Occupatevi, nel frattempo, della preparazione del condimento. Affettate finemente una cipolla, dopodiché trasferitela in una padella e fatela rosolare insieme a 20 g di olio e 50 ml di acqua. Trascorsi una decina di minuti, unite anche i pomodori pelati e lasciate cuocere per 30 minuti a fiamma bassa. Una volta terminata la cottura, potete lasciarlo raffreddare a temperatura ambiente finché l’impasto non sarà pronto.

In un’altra padella versate 20 g di olio e poi aggiungete anche il pangrattato: dovrete farlo tostare cucinandolo per un paio di minuti e girandolo molto spesso, Trascorso il tempo di lievitazione, riprendete l’impasto e disponetelo su una teglia da 40x30 unta con 15 g di olio. Stendete bene l’impasto fino ai bordi, spingendolo verso l’esterno con i polpastrelli. Riponete la teglia in forno ancora spento e fate lievitare per altri 30 minuti. A questo punto, potrete riprendere la teglia con l’impasto e cospargerla con il pecorino grattugiato, il Galbanino tagliato a cubetti e le acciughe. Versate anche il sugo di pomodoro che avete preparato, poi spolverizzate la superficie con il pangrattato tostato e l’origano. Infornate a 200° per 50 minuti, dopodiché estraete e lasciatela a temperatura ambiente per qualche minuto, in modo che perda un po’ calore. Il vostro sfincione palermitano è pronto per essere servito!

Siete dei grandi amanti della pizza e volete provare un’altra variante sfiziosa e facile da preparare? Allora vi proponiamo anche la nostra pizza ai 5 cereali, dal profumo intenso e dal sapore piacevolmente rustico!

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