10 alimenti poco conosciuti ma buonissimi

10 alimenti poco conosciuti ma buonissimi

Sedersi a tavola e scoprire un mondo, cominciare un’avventura divertente e creativa che vizia il palato e lo coccola con un’esplosione di sapori: questo è il bello della buona cucina. Un viaggio tra ingredienti della tradizione e ingredienti nuovi, che arrivano dalla commistione con altre culture gastronomiche, che apre nuovi orizzonti e lascia scoprire piacevoli novità, tutte da gustare in famiglia o in compagnia degli amici.

Non sono però solo gli alimenti che provengono da altre culture a incuriosire i nostri gusti, tanti sono infatti gli alimenti che hanno una provenienza regionale del nostro paese che ci lascia sorpresi. Facciamo una carrellata di dieci alimenti buonissimi con cui lasciarvi stupire.

Un piccolo viaggio geografico che, tra distanze brevi e lunghe, ci fa scoprire quanta varietà di alimenti abbiamo a disposizione per variare i nostri menu, per rendere più accattivante la nostra cucina e divertirci, facendo abbinamenti tra tante piccole novità con ricette della tradizione per proporre e gustare sapori nuovi, più o meno delicati, che sorprendono e incuriosiscono.
 

Lampascioni

Lampascioni

Una gita in Puglia ci porta in una terra piena di sapori incredibili e uno tra i più particolari, poco conosciuti al di fuori dei confini del tacco dello stivale, è quello dei lampascioni, una pianta la cui parte commestibile è il bulbo che si trova a una profondità che varia di 10 ai 20 centimetri. E’ un ortaggio dal sapore amarognolo che rimanda a un’antica tradizione dalle radici povere per necessità. I lampascioni sono un contorno perfetto per carni alla brace, ma trovano spesso una loro giusta collocazione anche tra gli antipasti. Puliteli e incideteli a croce sulla parte inferiore, lasciateli per qualche ora in acqua fredda perché perdano un po’ del loro gusto amarognolo e fateli bollire in acqua salata per un’ora circa. Scolateli, metteteli in un piatto e schiacciateli leggermente con una forchetta, quindi conditeli con olio, aceto, sale, pepe e prezzemolo.
Daikon

Daikon

In quanto a sapore, il daikon vanta davvero ottime credenziali. E’ una radice che si utilizza soprattutto nella cucina giapponese e che, piano piano, sta facendo capolino anche nelle nostre cucine. La tradizione lo vede accompagnare piatti importanti come le fritture e, proprio come la carote, è ottimo se mangiato affettato molto sottile, a julienne per intenderci, e condito con olio, aceto e sale. Buonissimo anche se cotto al vapore e condito con olio e sale per accompagnare un secondo di pesce. Se, provandolo, ve ne innamorerete, avete la possibilità di usarlo spesso in cucina e di aggiungerlo anche a cremose zuppe di verdure: si lega benissimo infatti anche ai piselli e agli asparagi. Per un aperitivo diverso, potete servire delle chips di daikon fritte, molto gustose e divertenti.
Miso

Miso

Dalla lunga fermentazione della soia e del sale marino nasce un alimento molto usato nella cucina asiatica ma che, da qualche tempo, comincia a farsi strada tra i sapori più occidentali e il suo impiego in cucina si adatta anche ad accompagnare alimenti tipici della nostra tradizione. Parliamo del miso che ha un gusto molto saporito e aromatico ed è ottimo se aggiunto a piatti caldi come zuppe, minestre e risotti. Scioglietene un cucchiaino nel piatto che state preparando solo a fine cottura oppure utilizzatelo, diluito con il brodo vegetale, come salsa per condire secondi di carne o pesce.
Berberè

Berberè

Dal Nord Africa arriva invece il berberè, una miscela di spezie molto usata in Eritrea e in Etiopia che sta cominciando a farsi conoscere anche in territorio italiano per il suo sapore esotico e accattivante. Una vera esplosione di gusto se aggiunto a piatti caldi come una zuppa o un contorno di verdure cotte in padella. Potete provare a creare in casa questo bouquet aromatico e utilizzarlo come sopra o come vi suggerisce la vostra fantasia.
Seitan

Seitan

Se volete ingannare i vostri ospiti con un effetto ottico tutto particolare che rivela un gusto nuovo al palato, potete scegliere il seitan e cucinarlo come un classico arrosto della domenica. Il seitan, anche detto carne di grano, è estratto dal glutine del grano tenero o di altri cereali, si impasta e si lessa in acqua calda. Il suo aspetto è davvero molto simile a quello della carne ma la consistenza al palato è decisamente più morbida. Potete prepararlo in casa impastando 1 kg di farina manitoba setacciata e 600 g di acqua; lavorate fino a ottenere un composto senza grumi, quindi lasciatelo in una ciotola che riempirete con acqua fredda per un’intera notte. Il giorno dopo "lavate" l'impasto sotto l’acqua corrente per eliminare l’amido della farina fino a che l’acqua non risulta limpida. Chiudete il vostro panetto in una canovaccio e fermate le due estremità con un po’ di spago, quindi preparate un brodo vegetale con le verdure e le spezie che preferite, aggiungeteci la salsa di soia e immergete il panetto nel brodo, lasciando cuocere per 90 minuti. Ora potete cucinare il vostro seitan come se fosse un arrosto o tagliarlo a fette e prepararlo come le cotolette o lo spezzatino.
Azuki

Azuki

L’Italia è un paese con una gastronomia che fa largo uso dei legumi, che in alcune regioni rappresentano il piatto forte, quello identificativo di una tradizione culinaria ben precisa e radicata nel territorio. Ma, oltre ai grandi classici della nostra cucina, esistono legumi che non tutti conoscono come i gli azuki, piccoli fagioli dal colore rosso intenso. Anche in questo caso, è giusto dirlo, è la contaminazione della cucina giapponese che nell’ultimo decennio ha influenzato alcuni orientamenti in fatto di cibo. Tuttavia, è bene sapere che la coltivazione di questo legume avviene anche in Italia. Per prepararli, dovrete lasciarli in ammollo per un’intera notte e poi cucinarli in acqua bollente per utilizzarli come la vostra fantasia vi suggerisce: in una zuppa calda, come aggiunta a una croccante insalata di stagione o, semplicemente, con un filo di olio extravergine di oliva e qualche goccia di salsa di soia.
Kefir

Kefir

Dal Caucaso arriva una miscela di venti specie differenti di fermenti che, unita con il latte, dà vita ad una bevanda buonissima, il Kefir. Ha un aroma davvero molto delicato e una fragranza unica e può essere gustato così, in una merenda pomeridiana, come bevanda rinfrescante. Il suo impiego in cucina però può anche risultare una giusta scelta se si vuole preparare una salsina che accompagni un secondo di pesce. In una casseruola, preparate un brodo di pesce e, al bollore, aggiungete un cucchiaio di kefir, uno di panna acida, un bouquet di aromi e montate tutto con un frullatore a immersione fino a ottenere la giusta consistenza cremosa.
Rafano

Rafano

Facile trovare sui banchi dei mercati tante verdure o tuberi dall’aspetto curioso, sicuramente invitante che ci tenta ma, alla fine, li lasciamo lì perché ci sembra strano metterli nelle nostre buste della spesa, portarli a casa e sapendo che staremmo a fissarli, interrogandoci sul come cucinarli. E' in genere un errore privarsi di comprarli perché si perde, così, l’occasione di gustare sapori che per noi sono un’assoluta novità e che potrebbero rivelarsi anche molto piacevoli. Il rafano è una di queste, una radice con un sapore molto intenso che può diventare un’ottima salsa per accompagnare altri alimenti o un gustoso e alternativo purè. Ottimo anche in un’insalata di barbabietole, grattugiato crudo al momento.
Topinambur

Topinambur

Anche il topinambur, pur se nominato un po’ più spesso di altri alimenti, resta a fare compagnia alla folta schiera di verdure che viaggiano in solitaria. E’ un tubero, coltivato ovunque, anche in Italia, anche se la sua origine è indubbiamente sudamericana. Ha una forma molto irregolare, una buccia marrone e una pasta bianca e il suo sapore si avvicina molto a quello del carciofo. Tanti sono i modi di impiegarlo in cucina perché si può mangiare crudo, lessato o cotto in forno. Il purè di topinambur è buonissimo, servito con un’abbondante macinata di pepe, per accompagnare un piatto di carne ai ferri e preparato come un classico purè di patate, sostituendo il brodo di cottura al latte.
Moeche

Moeche

Un giro in gondola a Venezia e un piatto di moeche fresche: la soluzione ideale che sposa cultura e gastronomia in una delle città più belle del mondo. Le moeche sono teneri granchi di laguna che si possono gustare in primavera, nel periodo della muta, quando si liberano dal guscio. La ricetta più diffusa è quella che li vuole fritti in una gustosa e golosa pastella. I bar, le osterie, i ristoranti sono sempre pieni di questi piccoli e saporiti molluschi che, almeno una volta nella vita, devono essere gustati con un buon bicchiere di prosecco ghiacciato.

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