Tra i funghi più famosi, pregiati e ricercati ci sono i porcini, dalla carne consistente e la caratteristica forma tozza e massiccia. Crescono spontaneamente nei boschi di conifere e di latifoglie, sotto le querce, castagni e faggi. I porcini sono composti dalla cappella circolare di colore nocciola con il fondo spugnoso giallastro. La cappella del porcino può raggiungere anche la grandezza di 30 cm di diametro. Il gambo del porcino è corto, di colore biancastro e con sfumature più scure ed è più grosso alla base e leggermente ristretto all’attacco con la cappella. La carne dei porcini è bianca e il suo colore non cambia in seguito al taglio, permettendo la presentazione delle pietanze senza alterazioni a contatto con l’aria. Il loro profumo arricchisce ogni pietanza, accostandosi perfettamente a carne e pesce e rendendo speciale ogni tipo di pasta. Nel caso si disponga di funghi poco saporiti, qualche pezzetto di porcino risolleverà le sorti del piatto.
Gli ovoli, insieme ai porcini, sono tra i funghi più pregiati e prelibati, ma anche rari. Prendono questo nome poiché nel primo stadio della loro crescita sono racchiusi a forma di uovo in una membrana bianca. Il periodo in cui nasce questo tipo di fungo, coincide con il termine della nascita dei funghi porcini, proprio per le condizioni climatiche che, mentre risultano favorevoli all’ovolo, sono sfavorevoli al porcino e viceversa.
I chiodini sono funghi comuni e il loro nome deriva proprio dalla forma di chiodi con la testa semisferica, soprattutto nei primi stadi della crescita. Sono funghi che crescono nel periodo autunnale, tra ottobre e novembre, e si trovano in gruppi ai piedi di alberi. Proprio dal tipo di albero dipenderanno il colore e le sfumature dei chiodini. I più buoni sono quelli che nascono sotto gli alberi di salice, querce e pioppi. Sono ottimi conservati sott’olio e si assaporano in tutta la loro bontà quando vengono trifolati con aglio e prezzemolo, rappresentando un contorno gustoso alla polenta.
Nei boschi di conifere del Trentino e tra il muschio degli abeti si trovano i finferli, facilmente individuabili grazie al loro colore giallo, la forma ondeggiante e la caratteristica crescita in gruppi. Sono detti anche gallinacci o galletti e sono funghi deliziosi, dal profumo e sapore di bosco. Hanno la cappella gialla a forma d’imbuto e con i margini frastagliati, le lamelle sono di un colore leggermente più chiaro e scendono fino al gambo. Sono funghi molto apprezzati in cucina, adatti come contorno alla carne o alla cacciagione, come condimento alla polenta e per la preparazione di risotti. Come i chiodini, anche i finferli sono buonissimi quando si cucinano trifolati con uno spicchio d’aglio e una spolverizzata di prezzemolo tritato.
I prataioli e gli champignon sono due tipi di funghi simili nell’aspetto. Gli champignon sono i funghi più utilizzati in cucina perché sono poco costosi, facili da preparare e si trovano tutto l’anno. I prataioli sono funghi che crescono spontaneamente e sono più saporiti rispetto agli champignon. Trovano nei prati, nei pascoli e nei campi erbosi il loro habitat preferito.
Il fungo pleurotus, detto anche orecchione o fungo ostrica, è il fungo più coltivato nel mondo, ha la carne bianca e soda, le lamelle fittissime, le cappelle convesse dalla forma simile a ostriche o ventagli.
Nell’Alta Murgia pugliese e in Basilicata si trova invece il fungo cardoncello, detto anche la “carne della Murgia”. E’ carnoso, con la cappella convessa e leggermente vellutata e ha un sapore delicato e gradevole. In cucina ha un’ottima resa dovuta alla sua caratteristica consistenza. Il cardoncello è utilizzato in molteplici ricette e in tanti modi diversi, come condimento o come contorno a carne, pesce, verdure o legumi.
I tartufi sono preziosissimi funghi sotterranei, molto difficili da trovare e molto costosi. Si dividono in due gruppi principali: neri e bianchi. La specie di tartufo bianco più famosa, il Tuber magnatum, si trova soltanto in Italia e in particolare nel Piemonte, Umbria e Marche; ha la parte esterna di colore giallo ocra e l’interno più chiaro. Il suo profumo è molto intenso ma svanisce durante la cottura. Per questo motivo, il tartufo bianco si consuma fresco e crudo, ridotto in lamelle, e si sposa perfettamente con piatti caldi tipo la fonduta o le uova al tegamino. Tra i tartufi neri, invece, il più famoso è il Tuber melanosporum che si trova in Umbria nelle provincie di Spoleto e Norcia. A differenza del tartufo bianco, il profumo del tartufo nero non si disperde con la cottura ed è utilizzato anche nelle farciture e nei i ripieni. Si presenta scuro sia all’esterno che all’interno.
E il fungo leccino come si cucina? Rispondere a questa domanda è semplice, può essere trifolato in padella o imbottito data la dimensione della cappella. Anche la frittura dà un ottimo risultato, dopo averli passati nella farina, nell’uovo e nel pangrattato.