Uramaki

Ricetta creata da Galbani
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Presentazione

Se avete degli amici a cena e volete sorprenderli, non c’è nulla di meglio che rivolgersi alla cucina etnica, magari orientale: perché non provare a realizzare degli ottimi uramaki fatti in casa? Gli uramaki sono una delle preparazioni più iconiche della cucina giapponese, un piatto squisito perfetto tra gli antipasti, ma anche come piatto unico con tanti ripieni differenti.

Si tratta di una tipologia di sushi che, a differenza dei più semplici hosomaki, ha l’alga nori all’interno, a dividere il ripieno, di norma composto da più ingredienti diversi scelti tra verdure, pesce e salse cremose, dallo strato di riso circostante. Una vera delizia per il palato, che conquisterà tutti gli amanti della cucina giapponese.

Quello che realizzeremo, in particolare, è il cosiddetto California Roll, una variante nata (come suggerisce il nome) in America, nel momento in cui la fama del sushi si andava espandendo anche al di fuori dei confini della sua patria. Il ripieno è composto da polpa di granchio cotta e avocado, accompagnato da una qualche crema particolare.

In questo caso, utilizzeremo la Certosa Galbani per arricchire di sapore un piatto delicato e gustoso, e renderlo ancora più cremoso e invitante. Potete anche usarla per arricchire altre tipologie di sushi, e realizzare così un intero menu a tema orientale, per soddisfare appieno i vostri ospiti.

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4
30 minuti
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Ingredienti

  • 240 g di riso nishiki per sushi
  • 50 g di Certosa Galbani
  • 2 fogli di alga nori (circa 20x20 cm)
  • 40 g di avocado
  • 40 g di polpa di granchio cotta
  • Semi di sesamo
  • Wasabi
  • Zenzero sotto aceto
  • Salsa di soia

Preparazione

Seguite passo dopo passo i nostri suggerimenti, per realizzare degli uramaki da leccarsi i baffi.

01

La prima cosa da fare è cuocere il riso. Potete acquistarlo già precotto, se non siete sicuri di come procedere o non possedete l’attrezzatura giusta. Un metodo casalingo che dà buoni risultati prevede di far sobbollire il riso in una quantità d’acqua pari al doppio del suo volume, fino a che l’acqua non sarà del tutto evaporata. A cottura avvenuta, prendete il riso e mettetelo da parte a raffreddare.

02

Quindi preparate la stuoia per il sushi, ricopritela con un foglio di pellicola trasparente e ponete sopra di essa un foglio di alga nori; la parte lucida deve essere a contatto con la stuoia.

03

Con le mani appena inumidite, disponete il riso sulla superficie dell’alga. Per un foglio di alga ne userete circa la metà. Schiacciatelo leggermente con la punta delle dita e assicuratevi che sia ben uniforme. Quindi spargete su di esso il sesamo.

04

Capovolgete l’alga sulla stuoia, così da averla sulla parte alta, e aggiungete il ripieno. Disponete in ordine delle strisce di avocado sottili. Fate lo stesso con la polpa di granchio e con un sottile strato di Certosa, assicurandovi che entrambi rimandino al centro e che rimangano almeno un paio di centimetri tra gli ingredienti e l’estremità del foglio.

05

A questo punto potete arrotolare il sushi su se stesso: aiutatevi con la stuoia e procedete con cautela, effettuando una leggera pressione. Trasferite l’uramaki su un tagliere e tagliatelo in 8 pezzi.

06

Adesso potete servire l’uramaki su un piatto da portata: accompagnatelo con pezzetti di zenzero, wasabi a piacere e una ciotolina di salsa di soia.

Varianti

Come abbiamo detto, la tipologia di sushi presentata è la cosiddetta California Roll, una delle più note e apprezzate. Tuttavia, di uramaki esistono tantissime varianti per tutti i gusti, tanto quelle più comuni in Giappone quanto quelle create nei ristoranti etnici all’estero, senza contare quelle che possono essere fatte in casa in base ai propri gusti.

Innanzitutto, ricordiamo che si può sostituire il pesce scelto, ossia il granchio, con altre tipologie di pesce: salmone e tonno sono i più comuni, ma in alcuni casi si usa anche il pesce spada, i gamberi, il surimi e talvolta altri pesci ancora. Se abbattuto, il pesce può essere utilizzato crudo; il suo sapore, però, viene esaltato ugualmente anche se cotto. Senza dimenticare la possibilità di utilizzare la carne: è comune, per esempio, il sushi con il pollo, ma anche con il manzo.

Anche la verdura può essere sostituita a piacere: oltre all’avocado si possono utilizzare il cetriolo, molto diffuso in Giappone, ma anche le zucchine, più comuni nel nostro Paese, o le carote. L’importante è assicurarsi che la consistenza complessiva del prodotto non ne risenta: se la verdura è troppo dura, potrebbe essere il caso di passarla qualche minuto in padella preventivamente.

Inoltre, non dimenticate che l’uramaki può essere fritto in tempura senza problemi. Si tratta di preparare una pastella con acqua frizzante e farina di riso, che una volta fritta conferisce al sushi una crosticina croccante dal gusto leggero e sfizioso. Seguite la nostra guida per sapere come fare la tempura in modo facile e veloce!

Suggerimenti

I consigli per preparare l’uramaki sono gli stessi che valgono per tutte le tipologie di sushi: innanzitutto, bisogna stare molto attenti quando si arrotola il riso. L’involtino cui si dà forma deve essere compatto, ben coeso e soprattutto uniforme: se rimangono grumi di riso all’interno, anche il taglio risulterà difficoltoso, così come poi il morso e la masticazione, senza contare che il sushi potrebbe sfaldarsi o perdere consistenza.

La scelta del ripieno, poi, deve essere fatta con cura, sulla base dei gusti vostri e dei vostri ospiti. Ci potrebbe essere qualcuno che non apprezza il sapore troppo intenso del pesce crudo, oppure gradisce piatti con ingredienti vegetariani o vegani. È possibile accontentare le preferenze di tutti, ma è essenziale pensarci in tempo!

Inoltre, per il sushi non bisogna mai trascurare l’accompagnamento. Non potete dire di sapere come fare il sushi finché non avrete padroneggiato l’arte di scegliere gli accompagnamenti giusti per ciascun ripieno. Tenete conto, per esempio, che la quantità di rafano nella pasta wasabi può variare, determinando sapori totalmente differenti; anche la tipologia di zenzero influisce sulla sua qualità complessiva. Per non parlare poi della salsa di soia, della teriyaki, della salsa piccante, della salsa agrodolce o dell’eventuale sake di accompagnamento: tutte le loro specificità devono essere sempre tenute in considerazione!

Curiosità

La storia del sushi è molto affascinante e, come tantissimi piatti che caratterizzano a fondo un’intera cucina, si perde nel tempo e nella leggenda. Pare che la sua origine risalga, secondo alcuni, addirittura a più di un migliaio di anni fa, e trovi le sue radici nelle preparazioni a base di pesce dei piccoli villaggi della costa cinese e giapponese.

I pescatori cinesi, infatti, avevano scoperto che il pesce pressato e fermentato si conservava più a lungo; i giapponesi perfezionarono questa tecnica, racchiudendo uno strato di pesce tra due strati di riso addizionato con aceto e altri aromi. Inizialmente il riso serviva solo a migliorare ulteriormente la conservazione, ma presto si iniziò anche a consumarlo assieme al pesce, e divenne a poco a poco un piatto conosciuto e amato in tutta l’isola nipponica. L’uramaki costituiva un’apprezzata variante della tipologia più comune, l’hosomaki, in cui l’alga si trova all’esterno, e accanto ad altre come futomaki, maki, temaki, nigiri e sashimi.

La sua diffusione globale risale agli anni ’70 del secolo scorso: il Giappone conobbe allora una crescita economica improvvisa, e il mondo iniziò a puntare gli occhi sulla sua cultura, le sue abitudini e la sua cucina. E così, il sushi divenne famoso dapprima negli Stati Uniti e poi in Europa.

 Proprio all’estero nacquero alcune tipologie di uramaki assai famose, tra cui i California Roll che vi abbiamo presentato qui. E ancora oggi questa varietà di sushi, grazie alla sua possibilità di includere più ingredienti differenti nel ripieno, è una tra le più comuni, apprezzate e cucinate in tutti i ristoranti giapponesi all’estero.

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